Gosia Turzeniecka

A cura di: Federica Rosso
Castello di Rivara, Rivara
15 mar - 15 apr 2003

Animali e figure umane, disegni in un libro di racconti, poesie e proverbi, in cui le parole sono andate via dalle pagine per fondersi nelle linee e nei colori delle immagini. Gosia con un liquidissimo tratto acquerellato abbozza di getto il mondo animale e quello umano. Sempre dal vero. Tutte immagini schizzate con linee essenziali, dove il colore, a volte netto altre velatissimo, dà corpo ai volumi. Un immaginario poetico e favoloso, surrealista eppure legato alla realtà, che nasce negli occhi di un’artista dal cuore polacco che parla italiano. La vita le passa accanto e lei la fissa su pezzi di carta, grandi, piccoli, scarti fuori formato. Come appunti presi di continuo, su un taccuino dove l’immagine si sostituisce alla scrittura, rapprendendovi anche emozioni e sensazioni. Decine di acquerelli, dove appaiono tante galline, sparse in giro, osservate da sopra e da sotto, dai lati. Lontane e vicine. Una e cento. Poi cani e mucche, cavalli. Un insieme corale fatto da un collage di sguardi, multipli punti di vista sullo stesso soggetto. Viene fuori quel sentire comune alla cultura polacca, una radice bucolica e realista dove magico e fiabesco si uniscono, in un legame con la terra antica del mito. Accanto la ricerca della linea fondamentale, semplice e incisiva, che sappia racchiudere in un solo segno tutta la figura. Quasi un gesto che colga l’essenza della forma, le dia vita togliendole il superfluo. Geometrie morbide con cui Gosia racchiude i suoi corpi, addormentati in pose che ne celano l’anima. Identità soffuse di cui non si coglie il respiro, dalle membra e connotati rarefatti. Ritratti che traspaiono come in un sogno, dove l’acquerello si fa materia onirica. Come essere tra le note di un valzer suonato per arpa e violini.